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Ciao e buon sabato,
qui Elisa e Francesca, una in Sicilia e una a Parma. Una si gode il primo mare di stagione, una rimpiange il primo viaggio dell’anno e però ne condivide alcuni ricordi gastronomici qui sotto. Questa newsletter sarà quindi dedicata a New York, città che per milioni di motivi e con un miliardo di accezioni è diventata mito, simbolo e icona.
Anche il libro che vi consigliamo parla di questa città e troverete accenni anche nelle news. Insomma, che inseguiate o meno il sogno americano, qui trovate una bella immersione nell’energia newyorkese.
Qualcosa da leggere
In questa newsletter tutta dedicata a New York non possiamo che consigliarvi questo libriccino di Paolo Cognetti pubblicato per la prima volta da EDT nel 2014 e poi nel 2022 con questa nuova copertina realizzata da Pierpaolo Rovero, famoso per le sue vedute sulle città.
Tutte le mie preghiere guardano verso ovest è un discorso su New York e il cibo, è la storia di un’ossessione perché nella Grande Mela non si fa altro che mangiare tutto il tempo e Cognetti prova a indagare “la natura della sua inestinguibile fame”.
Un libro che è un po’ guida gastronomica e un po’ saggio storico-antropologico, con tanto di indirizzi e cartine disegnate a mano dall’autore per illustrare anche visivamente il processo tipicamente newyorkese della stratificazione: di culture, usanze, cibi, ristoranti.
“Un quartiere senza ristoranti, penso, è come una casa senza cucina; una comunità che non gradisce gli ospiti e non ama l’allegria”.
Cosa abbiamo mangiato… a New York
New York è un mondo. Giri per i quartieri e viaggi in ogni continente. Nel suo saper essere feroce e struggente, incanta. New York contiene una poesia maledetta e tutta l’umanità possibile, una storia che ne ha disegnato i confini e i connotati e un presente che quei connotati, continuamente, li trasforma, lasciandone però immutata l’essenza. Non è un caso che sia rifugio per molti, alcuni la scelgono, altri ci capitano e ci costruiscono una vita, arricchendo ulteriormente questa città già così elettrica. Si mangia di tutto, naturalmente. Qualsiasi tradizione culinaria qui trova un suo spazio e allo stesso tempo ci sono piatti che noi persone cresciute col mito americano costruito a furia di film e serie tv, inevitabilmente, ricerchiamo una volta in città. Tra tutti, il panino con il pastrami di Katz’s Delicatessen diventato celebre grazie alla scena del finto orgasmo di Harry ti presento Sally, iconica commedia romantica dell’89 scritta dalla nostra beniamina Nora Ephron e interpretata da Meg Ryan e Billy Crystal.
Il pastrami sandwich ha in realtà origini ottomane, ma si è legato alla cultura rumena, per arrivare poi fino agli Stati Uniti. Si tratta di un panino ripieno di carne di manzo essiccata e arricchita con spezie, viene condito con senape e, a parte, è servito un cetriolino. Non è economico: il panino intero costa 25$ ed è piuttosto sostanzioso, volendo si può prenderne solo metà per 21$ con in accompagnamento insalata di patate. Se avete letto il nostro libro del mese, Home Cooking, questo piatto vi avrà fatto alzare le antenne: è una delle ricette di cui parla Laurie Colwin, dedicandole addirittura un intero racconto.
“Uno dei miei primi ricordi d'infanzia sono i pranzi del sabato in estate da Conklins, un grosso supermercato sulla strada principale del lago Ronkonkoma, con i miei genitori e mia sorella. A quei tempi, i supermercati avevano anche una zona ristorante con dei tavoli, la spina per le bibite e la griglia per la carne. Preparavano panini con la pancetta, lattuga e pomodoro, uova fritte, insalata di uova e coppe di gelato col cioccolato fuso sopra. La cosa che ricordo meglio è la loro insalata di patate.
Era del tipo americano standard: patate e cipolle in una crema di maionese con aceto e pepe nero: niente uova tritate, niente sedano. Io ancora uso questa ricetta, con lo scalogno al posto delle cipolle e aggiungendoci l'aneto”.
L’immaginario pop, pensando a New York, rimanda subito all’hot dog. Magari mangiato per strada, comprato da un ambulante mentre sfrecciano taxi gialli e il fumo esce dai tombini. Avete in mente questo disegno, no? Noi invece l’abbiamo provato da Nathan’s Famous, a Coney Island. Coney Island è un luogo meraviglioso dove osservare l’aspetto più decadente e poetico del sogno americano; il primo luna park al mondo, una passeggiata sul mare dove si alternano artisti di strada, famiglie, disperati, gruppi di ragazzini festanti. Davvero, è un caleidoscopio magnifico. Lì ha aperto Nathan’s, nel 1916. Fast food specializzato in hot dog, è ancora preso d’assalto e ogni anno, il 4 luglio, organizza l’hot dog eating contest: quanti panini si possono mangiare in 10 minuti? Tanti, a quanto pare. Rimanendo a Brooklyn, un’altra esperienza da cartolina è gustarsi un lobster roll sotto al ponte, dallo storico Luke’s Lobster (volete replicarlo a casa? Qui c’è la loro ricetta), ma anche fare merenda con un classico bagel al cream cheese sulla terrazza del Time Out Market, lì a due passi, non è per niente male. Vedrete davanti a voi l’East River e i grattacieli di Manhattan, dall’altra parte dell’acqua.
Spostarsi a Manhattan significa riconoscere scorci già incontrati in mille film, mille sogni e mille libri e non è difficile incappare anche in qualche celebrità a passeggio tra le strade; il Greenwich Village è una zona eletta, in questo senso: tanti artisti, da decenni, vivono in questo quartiere. Si dice che Bob Dylan abbia composto Blowing in the wind sulle panchine di Washington Square Park, Bruce Springsteen ha suonato moltissime volte, ispirando addirittura Robert De Niro per una delle scene più celebri della storia del cinema (presente quale, no?) e la nostra Laurie Colwin ha abitato nel Village, in quell’amato monolocale grande come un fazzoletto che descrive tra le pagine di Home Cooking. Ci sono locali, come il Caffè Reggio, da cui sono passati veramente tutti: fermatevi per un cappuccino e una fetta di pecan pie, il locale ha ancora gli arredi originali della fine degli anni Venti e, se siete fortunati, vedrete persone intente a scrivere o disegnare sedute ai tavoli. Ma non si può lasciare New York senza aver mangiato almeno una slice di pizza con quella crosta croccante: andate da Joe’s Pizza, ancora nel Greenwich Village; aperta da Joe Pozzuoli nel 1975, questa pizzeria da asporto è una delle istituzioni newyorkesi. E chissà, magari una volta lì farete degli incontri interessanti.
Qualcosa da comprare
Non facciamo nemmeno finta di non essere di parte, ma è uscito il terzo numero di Tavole, la nuova rivista dedicata alla cultura gastronomica curata da Opificio Terrae. Rivista, ma anche poster, con illustrazioni sempre di artiste e artisti diversi. Come vi dicevamo qualche settimana fa, anche noi facciamo parte di questo bel progetto snocciolando consigli tra il letterario e il gastronomico. Ogni numero - non c’è una cadenza fissa - è dedicato a un territorio diverso, che sia città o regione, e questa volta, giusto in tempo per l’estate che sta iniziando, si parla di Toscana. Le illustrazioni sono della nostra amata Lucia Catellani.
Che lo usiate come caraffa o come vaso, il pesciolino glu glu fa molta simpatia sulla tavola soprattutto estiva. In realtà si chiama Gluggle jug ed è un prodotto inglese disegnato per la prima volta nell’Ottocento, rilanciato in seguito e che oggi va di gran moda. Questo vaso a forma di pesce è in ceramica ed esiste in diverse dimensioni e tantissimi colori; la sua particolarità è che, versando l’acqua, emette un buffo gorgoglio.
Una certa idea di… notizie
La nostra selezione di articoli per iniziare al meglio il weekend:
Route 66, Lincoln Highway, Route 30… le grandi strade americane sono famose anche per i diner e punti di ristoro sorti ai loro margini. Rolando Pujol, in arte The Retrologist, viaggia per il Paese e racconta questi luoghi dimenticati.
Una delle nostre newyorkesi preferite, ormai lo sapete, è Nora Ephron. Lei a New York ci è nata e l’ha amata alla follia. Ecco un itinerario di tutti i suoi luoghi prediletti in città.
Parlando di New York non possiamo non citare Kitchen arts and letters, la libreria gastronomica più famosa della città. Ha aperto nel 1983 e tra i suoi primi clienti ci furono Julia Child, James Beard e Laurie Colwin. Una vera istituzione tutta dedicata al food writing, dove trovare anche testi antichi e rari. Questa puntata del podcast di TASTE è dedicata a loro:
Vi siete mai chiesti qual era il cibo o la ricetta in voga l'anno in cui siete nati?Aspic, fonduta, tortini dal cuore morbido, cupcake, matcha: ecco le risposte, anno per anno.
Come ogni mese, torna la selezione dei cookbooks in uscita a giugno di Stained Page News.
All’orizzonte c’è un nuovo film da amare per noi appassionati di cibo: The pot au feu, premiato al Festival di Cannes per la miglior regia. All’origine di tutto c’è il romanzo La vita e la passione di Dodin Bouffant scritto da Marcel Rouffe nel 1924. In attesa della data di uscita al cinema, ecco un’intervista al regista.
Appuntamenti Food
Per non sbagliare, anche il nostro libro del mese parla di New York: ci vediamo il 27 giugno alle 18.30 dal vivo a Laboratorio Aperto, oppure su Zoom per parlare di Home Cooking, di Laurie Colwin. A lei abbiamo dedicato la penultima delle nostre newsletter per le persone abbonate: siete ancora in tempo per leggere gli arretrati e ricevere la prossima:
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Speriamo che la nostra newsletter vi sia piaciuta e ci rivediamo tra due settimane!
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